Nei due millenni, diciamo, d. C. (dopo Cristo), si è
assistito ad una ben diversa connotazione dell’essere umano, nel primo
millennio a costruire, e nel secondo millennio a consolidare.
Ne sono prova, ad esempio, gli Stati. In breve, ed assai
sommariamente, gli unici popoli che in qualche modo anteriormente all’anno
mille potevano, e dunque ancor oggi possono, rivendicare l’essere stati Stati,
intesi come unicità di popolo, nazione, e territorio, sono stati gli spagnoli,
gli inglesi, i francesi, i danesi, gli ungheresi, i giapponesi, gli egiziani, e
forse gli etiopi.
Al di là delle tensioni che l’essere umano ebbe ad avvertire
alla fine del primo millennio, dove ebbe a regnare sovrana la paura della fine
del mondo, successivamente, l’alba del secondo millennio, con l’alto medioevo,
vide l’essere umano sempre più proiettato a costruire delle strutture che lo
ponessero in una casa Statuale, al riparo dalle brame di egemonia dei popoli
vicini. Ed infatti, nel nono secolo del secondo millennio ebbe in qualche modo
fine quel processo di unificazione degli Stati, in Europa Italia e Germania
innanzitutto, intesi come casa nella quale, in teoria, poter crescere e
prosperare.
Certo, in una dimensione mondiale, così non può dirsi ad
esempio per i popoli del continente africano, ancora visti più come proprietà
da sfruttare, che invece come popoli autonomi ed indipendenti con i quali convivere (Liberia esclusa).
Ma altrettanto evidente è pure che, alla fine del secondo
millennio, nascono tutta quella serie di organismi internazionali che, sempre
in teoria, avrebbero dovuto garantire la serena e civile convivenza di popoli,
oltre che contribuire al loro sviluppo.
E l’uomo? Più o meno sino alla metà del secondo millennio,
l’uomo, anche come essere umano, veniva visto come una risorsa unicamente
statuale da far valere in caso di guerra, o comunque in caso di necessità
politiche. Poca o nessuna attenzione verso l’essere umano.
Dalla metà del novecento in poi, dopo la ancora incompresa bufera della seconda guerra mondiale, l’essenza dell’essere umano ha iniziato a fare la sua comparsa nelle ottiche dei diversi governi nazionali. Che si sono avvalsi dei grandi sognatori. Ma che poi i grandi sognatori (come Gandhi, Martin Luther King, etc.) hanno però successivamente sfruttato a fini politici, o comunque a fini personali e/o secondo logiche di potere.
Dalla metà del novecento in poi, dopo la ancora incompresa bufera della seconda guerra mondiale, l’essenza dell’essere umano ha iniziato a fare la sua comparsa nelle ottiche dei diversi governi nazionali. Che si sono avvalsi dei grandi sognatori. Ma che poi i grandi sognatori (come Gandhi, Martin Luther King, etc.) hanno però successivamente sfruttato a fini politici, o comunque a fini personali e/o secondo logiche di potere.
Bene!, e così si arriva all’inizio del terzo millennio,
quello attuale.
Dove lo Stato non dovrebbe essere un bene astrattamente
primario, ma si configura come una somma di eccellenze, quale è la somma delle
vere identità e coscienze di tutti i suoi membri. Così, in questa ottica, il passaggio dallo Stato come somma
numerica dei suoi componenti allo Stato come somma delle coscienze dei singoli
che lo compongono, diviene, con tutta evidenza, esigenza primaria. Ed è
altrettanto evidente che viene dunque primariamente in rilievo l’essenza
dell’essere umano, ovvero, l’essenza di ognuno di noi quale elemento cardine
dello Stato inteso come organizzazione umana.
In questo quadro, il più grande dono che ognuno può fare al proprio essere umano, inteso quale soggetto
che fa del ragionamento il proprio punto cardinale fondamentale, consiste nello
sviluppare la propria mente, perché divenga sempre più aperta e indagatrice, e sempre
più pronta a nuove considerazioni. Nell’ambito di una realtà che, muovendosi su
un continuo divenire, ridefinisce sistematicamente ed ogni volta il corso
dell’esperienza umana.
E tuttavia proprio partendo dal predominio dell’uomo come
essere pensante, non può essere dubbio che ciascun essere pensante, in quanto
somma di proprie particolarissime esperienze, si inserisce nella propria aggregazione
umana, e poi nel mondo, grazie alle singole creazioni di ciascuno. Singole
creazioni personali che, come piccoli insiemi, finiscono con l’inserirsi in un
quadro più grande nel quale trovare ulteriori soluzioni che possono e devono
essere generali. Nuove soluzioni che, ovviamente, alla fine non potranno che
aumentare la singola consapevolezza di ciascuno della propria valenza ed
importanza.
E’ il concetto matematico dell’insieme. In quanto esistenti
singolarmente come insiemi, ed in quanto inseriti in altro insieme più grande, dove
convivono insiemi più grandi con insiemi più piccoli, a prescindere che
omogenei o eterogenei, non soltanto acquisiamo la coscienza di personalità
multidimensionali, ma acquisiamo altresì la coscienza di poter comunicare e
agire in questi scenari con diversi gradi di rilevanza. Rilevanza che deve
sfuggire alle logiche di mero potere, dato che in tal caso, taluni parlano di
successi di alcuni singoli su altri, altri si esprimono in termini di influenza
di singoli su altri singoli.
Cosicché, dall’interagire all’interno degli insiemi delle
diverse comunicazioni delle loro varie parti, o dall’interagire fra insiemi, deriva,
piaccia o no, una nuova dimensione consapevole, nella quale, in qualche modo,
ogni posizione che si assume verso se stessi, e soprattutto verso l’esterno,
comporta in ogni caso l’assunzione di un rischio: il rischio di essere.
Fare affidamento sui vostri talenti significa dunque leggere
i segnali che rivelano la trasformazione della vostra coscienza.
Quando siete tesi, costruite una fortezza intorno alla vostra
mente. E quando create dei blocchi attorno a voi, ostacolate il vostro raggio
di azione su vari livelli di realtà (si ricordi che i blocchi vengono spesso
erroneamente evidenziati come meccanismi di difesa).
In realtà, esiste la necessità di acquisire una nuova inattaccabile
attenzione che ciascuno deve avere verso le proprie intenzioni, poiché esse
hanno il potere di condizionare e di definire lo spazio intorno a noi ed il
rapporto con gli altri esseri umani. E’ così la teoria dell’intenzione che finisce
con l’attrarre quello che immaginiamo. E con l’intenzione, ogni singolo
individuo, dando corpo ad una sua volontà o a un suo desiderio, finirà con il compiere
una sempre maggiore quantità di scelte. In una mente integrata e ben equilibrata, che vibra ad una
frequenza inattaccabile dalle influenze negative.
Se infatti è vero che interagire con la nostra realtà significa
indirizzare noi stessi a guidare il nostro potere personale interiore, detta
interazione finisce con l’essere, in quanto diritto inalienabile della
coscienza di ciascuno, lo strumento necessario anche per poter influire sul
mondo che ci circonda.
Ogni singolo pensiero e ogni sentimento hanno infatti una specifica
forma vibrazionale. Ne è prova la natura, ove appena si osservi che le piante e
gli animali possono essere con il nostro modo di essere molto cooperativi,
quando impariamo a focalizzare la nostra attenzione per comunicare con loro.
E così, quando diamo il giusto valore alle nostre energie,
possiamo divenire mentalmente vigili, fiduciosi, e con il cuore aperto, dato
che all’interno del nostro campo di azione e di energia si stabilisce un grande
equilibrio. Lasciare dunque pieno spazio alla nostra energia richiede un forte
cambiamento della nostra coscienza; che, a seguire, si concretizza in una
condizione di crescita pure in termini di consapevolezza spirituale.
Per creare consapevolmente ciò che vogliamo, necessita dunque
uno stato di rilassamento interiore, che va cercato in ogni modo, anche con
l’ausilio di terzi, che ci consenta di rilassarci, per poi focalizzare
l’attenzione sulle nostre intenzioni. Al fine di esplicare tutto il potenziale
del nostro potere interiore.
Questa la direzione dell’uomo/essere umano all’alba del terzo
millennio: una direzione che ponga la primaria attenzione verso il modo in cui
usare la mente. Per produrre quelle frequenze di consapevolezza che getteranno una
luce sempre maggiore verso la generale coltre di ignoranza che ancor oggi avviluppa
l’umanità, e che in qualche modo la controlla.
D.S. ♥
D.S. ♥
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