
Detto questo, è fuori discussione il
valore della coscienza individuale di ciascuno, coscienza individuale che si
forma attraverso il proprio percorso di vita, attraverso la propria evoluzione,
attraverso le proprie esperienze, attraverso i propri vissuti, e più in
generale attraverso quel che ciascuno ha visto di bello, di meno bello, o
talvolta, purtroppo, di decisamente brutto.
In questo quadro generale si
inserisce, per un verso la integrale rielaborazione di tutto quanto predetto, e
per altro verso la somma e la sintesi che di questa rielaborazione ciascuno
compie. Non è importante la definizione che può darsi di detta sintesi, ma è
importante il fatto che elaborare una sintesi significa crearla.
Dunque ognuno di noi crea questa sintesi,
e dunque su questo momento di creatività
bisogna porre l’attenzione. Dato che detta creatività, in linea teorica del
tutto libera, viene in qualche modo poi condizionata dalle limitazioni imposte
alla nostra creatività, siano esse interne o esterne, siano esse consapevoli o
inconsapevoli, siano esse reali o presupposte. Perché è certo che la
nostra libertà, in ogni caso avvertita come fonte primaria di creatività sin
dalla più tenera età, nel corso degli anni viene in qualche modo coperta e talvolta
repressa con sovrastrutture di sorta,
- delle quali ognuno di noi non è
detto che sia conscio;
- delle quali non è detto che, a
prescindere che avvertite, provengano da limitazioni effettive; e,
- delle quali non è detto che si
tratti di limitazioni di libertà che provengano da noi stessi (ad esempio dalle
nostre paure) piuttosto che dall’esterno.
Cartesio diceva “Cogito, ergo sum! ”. Ma è sufficiente? Certo che no!, dato che se è vero che al pensare
consegue l’essere, e dunque il diritto di ciascuno ad essere creativo, a detta
creatività consegue il diritto di estrinsecare la propria creatività, che però deve
in qualche modo poi fare i conti con le limitazioni di cui prima si parlava.
Chiarito l’inalienabile diritto di ciascuno ad essere creativo, non può tuttavia tacersi che la creatività di ognuno segue il movimento di una coscienza di massa in perpetua evoluzione, nella quale ogni singola creatività rimane distinta, e dove l’insieme delle creatività costituiscono quella che viene chiamata coscienza collettiva integrata.
In questo senso l’integrazione di
creatività diverse, ancorché ben distinte tra di loro, creano di fatto una
trasformazione in divenire, dove ognuno ha comunque la possibilità di
interpretare la sua parte, piccola o grande che sia, e dove ognuno può comunque
riconoscersi, e perche no, ricordare e ricordarsi (il famoso “da dove
veniamo?”).
Ponete dunque in conclusione ed in
ogni caso l’attenzione sulla vostra creatività e così manterrete la vostra
coscienza individuale pure in una coscienza collettiva integrata anche quando in
trasformazione.
E ricordate: mantenere la propria
creatività significa difendere la propria libertà di scelta, fine ultimo da
perseguire con ogni mezzo. Sempre!.
D.S. ♥
ciao dolce dani vedo che sei diventata una poetessa con i tuoi discorsi belli belli :-) ogni volta diventi anche tu architetto della cosmovisione nativa, brava ricorda sono presente ovunque vai.... ti abbraccio forte mia adorata sorellina :-)
RispondiEliminafratello Ichu