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giovedì 2 agosto 2012

Benvenuti nel mio nuovo bl♥g: riflessioni

Prima di iniziare, BENVENUTI nel mio nuovo Bl ♥g !

Introduzione
Dopo quel che ho cercato di trasmettere con il mio libro, “Un anno con Vitality Life”, alla luce degli ampi consensi e riconoscimenti ricevuti, mi sento di poter dire che per me è davvero molto gratificante comunicare con  riflessioni sempre nuove.
Riflessioni che mi piace condividere e che sono il punto di partenza del blog   < Riprendiamoci il cuore >.
Benché mi verrebbe di dire che sono molto grata all’Universo per quel che mi ha dato la possibilità di vivere, comprendere, e metabolizzare; certo è che mi sento comunque molto fortunata per aver avuto la possibilità di godere di parte del tempo a mia disposizione, al fine di elaborare la mia trasformazione personale, e così finalmente aver potuto compiere un percorso di chiarezza interiore.


Così questo blog è stato da me creato per essere un punto di incontro, e per condividere riflessioni e idee tra persone che, nel tempo, e progressivamente, finiscono con confrontare sensazioni idee e ottiche di vita mentre insieme co-creano un nuovo modo di ESSERE.

Il fine che si propone questo nuovo blog:
Dunque: un nuovo blog in un nuovo sito. Un nuovo modo, per nuove mete.
E’ evidente che la meta finale di dove andremo ancora non possiamo conoscerla, dato che al momento è ancora tutto un po’ nebuloso
Tuttavia, di due cosa sono certa: la prima è che finalmente ho trovato il mio cuore, elemento interiore che sembra essere il solo che servirà da qui in poi; e la seconda che potrò condividere questa scoperta, magari strada facendo, anche insieme a voi.

Il mio percorso personale e le mie esperienze:
Dopo oltre 14 anni trascorsi nelle branche scientifiche delle dinamiche di crescita personale, canalizzazioni, Angeli, meccanica quantistica, guarigioni quantiche, guarigioni a distanza, ipnosi, regressione, tantra, telepatia, extraterrestri,  sciamanesimo, e degli argomenti a questi collegati; e dopo la lettura e l’analisi di una vera e propria montagna di libri sul tema; non soltanto ho finito con l’indirizzare ogni mia attenzione quasi esclusivamente sulla formazione; ma, dall’inizio di quest’anno, ho pure ricominciato a dedicarmi sempre più a me stessa, con il fine di tirare le somme entro la fine di questo 2012 di tanti aspetti della mia vita e del mio percorso.

Ho poi tenuto in piedi parte del mio lavoro per quel che riguarda le sedute individuali, e mi sono pure limitata a tenere soltanto un corso mensile che ho chiamato “La fascinazione delle Dee”. Corso che ritengo assai congruo e gratificante, non soltanto per me che lo tengo, ma anche per coloro che vi partecipano, perché rende questi ultimi sempre più impermeabili al mondo esterno, e sempre più consapevoli di quel mondo interiore e invisibile al quale infine faranno riferimento.

Il 2012 è in assoluto l’anno nel quale lasciare andare conflitti, traumi, energie pesanti, il superfluo, e, più in generale, quel che non ci serve più o che può esserci dannoso. Così, ho ritenuto necessario, in linea ed in coerenza con il lavoro che svolgo, analizzare diversi elementi e fattori. In verità, mi sono resa conto che ormai per me è più facile lasciar andare, e questo forse perché ho metabolizzato ed acquisito questo valore come un modus-vivendi, visto che lascio andare ogni giorno, e spesso più volte nel corso di tutta la giornata, ciò che mi appare disagevole e/o pesante.
 Così, se nel tempo ho lasciato andare di tutto e di più: rabbia, rancori, frustrazioni e attaccamenti alle cose futili (e non solo), che pur, negli anni, con l’allenamento quotidiano, avevo ormai imparato a considerare secondario; ultimamente, invece, mi sono concentrata sul lasciar andare tante altre piccole cose, apparentemente poco invasive, e che invece continuavano a minare parte della mia positività, come una termìte rode il legno.

Nella mia vita personale e professionale, il mio intento è così divenuto quello di conservare solo quanto mi appare veramente essenziale; ovvero, quelle dinamiche e quei pensieri ed atteggiamenti che alla fine mi rappresentano davvero.

Durante questo percorso ho scoperto, e poi ho visto, non solo – quasi - tutto, ma anche il – quasi - tutto con una chiarezza impressionante, mai avuta prima. Ho visto quante persone e situazioni non mi appartenevano più; quante incongruenze, nella gente, tra quel che diceva e quel che faceva. Tant’è che, alla fine, non soltanto un modo di comportarsi incongruo, e cioè non coerente e conseguenziale, lo sento ormai a livello viscerale; ma penso pure di aver piena consapevolezza di quei messaggi che il mio corpo mi manda quando mi relaziono con l’esterno. Piena consapevolezza che infatti cerco di trasmettere con la mia attività di trainer, tanto ai coach che alla generalità degli utenti.

Detto questo, non è che prima non ascoltassi quei messaggi che il mio corpo mi mandava quando mi relazionavo con l’esterno. Ma non ero mai sicura al 100% della tipologia del messaggio, dato che quel che facevo veniva guidato un po’ troppo dalla testa e così, pensa e ripensa, spesso il cuore veniva messo a tacere. Per poi alla fine confrontarmi con me stessa e chiedermi “Perché non hai ascoltato il tuo intuito?”. Anche la lettura dei predetti messaggi del corpo fa dunque parte dell’allenamento, dato che siamo tutti in un percorso di allenamento ed evoluzione. Certo! Vi è chi ne è più consapevole e ci si impegna di più, e chi ne è meno consapevole; ma, che lo si voglia o no, siamo tutti nel percorso.


Uno sguardo sulla realtà odierna:
Anche la gente non congruente che incontriamo, non credo sia sempre consapevole della propria incongruenza, almeno non tutta. E spesso queste persone, troppo frequentemente totalmente sovrastrutturate, le incontriamo come riferimenti della nostra quotidianità, in quanto con il ruolo di insegnanti, medici, professionisti, tecnici, esponenti politici o di partiti, artigiani (in quanto maestri d’arte), dirigenti e/o responsabili di qualcosa, leader del come si vive, etc.. E così, quando le incontriamo nel nostro percorso, se lavoriamo bene su noi stessi, sempre più spesso possiamo accorgerci quando si tratta di persone non congruenti dato che mascherate dalla non genuinità e dalla non trasparenza. E tenendosi ben presente che questa non genuinità e non trasparenza non deve divenire spunto di critiche preconcette e pregiudiziali. Dato che invece, deve costituire uno stimolo ad aiutare e modificare atteggiamenti e/o comportamenti di altri, che contrastano con il comune sentire che in generale ognuno di noi ha.

E questo deriva soprattutto dal fatto che il nostro Sé vuole, alla fine, che facciamo riferimento su noi stessi, e non invece su quei vari maestri che incontriamo sul nostro percorso, i quali si ritengono maestri per il solo fatto di averne un titolo, e che non comprendono che al fondo di un sano rapporto magister -> discipulus sta comunque il rapporto essenziale di una crescita comune e bilaterale. Tipologia di rapporto oggi apparentemente del tutto desuete.

La mia finestra sulla realtà di oggi:
Così, per quel che mi riguarda, dopo anni di percorso formativo, salvo pochissimi grandi maestri/formatori effettivamente congruenti, sono arrivata alla conclusione che gli unici e veri maestri spirituali che la vita mi ha dato la fortuna di conoscere sono gli Indiani d’America e i Sacerdoti Andini.
Perché dico questo? Perché dopo aver visto in 14 anni formatori, leader del benessere, guaritori, e maestri (o presunti tali) di ogni genere, a Settembre del 2011 il mio intuito e/o la mia coscienza interiore finiscono con il prendere il deciso sopravvento e mi guidano spingendomi ad andare in Perù. Così, alla fine di questo viaggio, l’essenza di quel che ho riportato con me è la precisa e ben identificabile percezione di aver avuto il benestare dall’alto per continuare a poter fare il mio lavoro, ancorché in modo completamente diverso e nuovo.

E cioè? In che senso? Vale dunque la pena chiarire il senso di questa mia percezione, come detto, precisa e ben identificabile.
In passato, ogni corso seguito mi lasciava sempre, non soltanto una parte di entusiasmo, ma anche una grande sensazione di incompiutezza. Come se mancasse sempre qualcosa da sapere, una parte ineludibile da conoscere, una porzione di non insegnato e dunque di non trasmesso, e di cui conseguentemente in ogni caso si mancava e si era carenti.
Ora, vero è che nessuno può conoscere tutto; ma vero è pure che una ampia conoscenza, oggi si dice “professionale”, ancorché parziale, non può impedire la trasmissione e l’insegnamento della conoscenza. Altrimenti le conoscenze del mondo si fermerebbero in attesa della perfezione del sapere.

Ne è ad esempio prova il fatto che i relatori di turno, quasi tutti, quando insegnavano, trasmettevano a chi li ascoltava che ogni cosa era dentro di ognuno di noi; ma che loro avevano sempre un qualcosa in più che mancava in chi li ascoltava, e che a questi ultimi non doveva mancare. E che in ogni caso i medesimi relatori avevano sempre la soluzione per quel che mancava a chi li ascoltava. Così dimenticando che anche loro, prima ancora  che trasmettitori di conoscenze, erano stati ascoltatori.

Ed allora, secondo voi, che differenza c’è tra un sacerdote che invece di insegnarti a fare ammenda dei tuoi peccati ti dice che soltanto attraverso lui puoi assolverli ed un operatore che ti dice hai tutto dentro ma che senza di lui non potrai mai tirarlo fuori? Io comprendo l’insegnamento delle tecniche e la trasmissione degli strumenti di comprensione. Questo è lecito, è bello, è utile. Ma, fede a parte, elaborare il principio che per ogni cosa è necessario a vita un interlocutore-filtro con la verità, non solo non può essere ragionevole, ma appare pure non autentico e non genuino. Io questo lo sentivo dentro, ma tuttavia non riuscivo a decodificarlo.

Le conclusioni che ho tratto:
Dopo il mio soggiorno di un mese in Perù ho invece capito che differenza c’è tra l’insegnamento genuino e l’insegnante manipolante. Infatti, dopo il Perù ho preso parte ad altri 2 meeting sulla formazione; ma ormai avevo occhi e orecchie diversi. E non solo mi sono sentita completamente staccata e disillusa dagli insegnamenti che venivano proposti; ma mi sentivo pure assolutamente non coinvolta da quanto mi veniva trasmesso, dato che si rinviava sempre a non meglio identificate conoscenze successive, che “alla fine della fiera” non arrivavano mai. Trattandosi oltretutto di conoscenze successive di base (dopo 14 anni era obiettivamente un po’ troppo), e non di eventuali aggiornamenti di queste. Dunque, nulla più mi coinvolgeva, nulla più mi toccava. E se proprio devo dirla tutta, in questo perdurante stato di non coinvolgimento, tuttavia, non soltanto mi sentivo pure finalmente totalmente risvegliata e lucida; ma sentivo altresì che questo mio stato di risveglio mi permetteva di vedere anche la manipolazione che c’ è dietro tanti eventi di questo tipo. Come accade in quei casi ove vi sono psicologi o psichiatri che, per non perdere i loro clienti, li tengono in uno stato di perenne necessità di terapie di supporto.

A questo punto vi è chi dirà “Ma come, te ne sei accorta adesso?”. Ma questi sono coloro che non lavorano su se stessi, ovvero gli scettici a tutti i costi ed a tutto campo. Ovvero ancora, quelli che non compiono o non vogliono compiere percorsi per risvegliarsi dalla manipolazione che invece opera nei loro confronti la società, e pensano di saper o di aver percepito già tutto. Io li comprendo e li rispetto, perché i percorsi di crescita non sono semplici. Sono comunque sempre impegnativi, quindi, senza applicazione, non alla possibile percezione e/o comprensione di tutti.
MA IO NON POSSO ALLINEARMI E/O APPIATTIRMI CON LA LORO VISIONE.

La mia proposta:
Quello che dunque voglio esprimere è qualcosa di molto più sottile; e, se vogliamo, impalpabile. Quasi oscuro. Così, un corso di formazione, che fornisca degli strumenti per liberarci dalle nostre emozioni, e lasciare andare vecchi comportamenti e schemi, è fondamentale. Ed è di inestimabile importanza imparare, per essere il più possibile liberi, e così vivere al meglio.
Se dunque nella gran maggioranza dei casi si usano approcci e/o tecniche ritenute indispensabili per manipolare le persone, a seguire affermandosi che soltanto i presunti trasmettitori di verità posseggono la tecnica mentre silenti ascoltatori devono solo seguire a cascata, altrimenti mancando loro sempre la tecnica ultima e/o il metodo giusto; mi chiedo: qual è la differenza tra quello che ho sopra rappresentato e un medico che afferma di aver sempre  una medicina giusta per ogni male, tranne poi procedere a tentoni e per giunta per tentativi?

Non può dunque essere dubbio che i predetti presunti trasmettitori di verità, se per un verso è vero che danno degli strumenti di azione, per altro verso, però, pongono chi ascolta in uno stato che li fa sentire sempre irrisolti ed incompiuti. Se non generalmente inadeguati!


Ed allora è qui l’inganno. Invero, va precisato che nonostante una sempre maggiore identità di comportamenti anomali, nella realtà non esiste alcuna cosiddetta cospirazione globale. Esiste invece un potere di manipolazione assai diffuso, questo si; ci sono medici corrotti, ed altri rigorosamente fedeli al giuramento di Ippocrate nel senso più puro che la coscienza di ognuno possa immaginare. Certo, è assolutamente vero che la medicina ha salvato molte vite, ma vero è pure che l’abuso di certi medici ne ha ucciso altre di vite. Ho personalmente visto medici prescrivere farmaci inutili soltanto in virtù di una laurea; così come ho visto medici saggi e scrupolosi che, prima di prescrivere un farmaco, procedevano umili ad accertamenti rigorosi ed ineludibili per la migliore ripresa del paziente.

E così, a seguire, come ho visto che le medicine possono avere la loro preziosa importanza terapeutica, tant’è che scagli la prima pietra colui che non ne ha fatto uso in momenti di necessità (ad esempio di un antidolorifico) quando non aveva il tempo necessario per ricorrere a vie alternative; ho visto pure ascoltatori costretti al silenzio per il solo fatto che un trainer o un coach sono meno di (anzi, non sono) un medico professionista. E così ancora ho visto formatori, ancorché verbalmente, di fatto abusare dei loro ascoltatori, non ragionando in coscienza, ma pur’essi con il potere e la manipolazione.

Dunque, è evidente che è qui l’inganno che ho avvertito. Tant’è che con le conoscenze che possiedo oggi non permetterei più alcuna forma di inganno. E ritengo pure che è necessario tirar fuori la voce quando il nostro Sé ci invita a farlo, e dunque lavorare nel non immediatamente visibile, quando in un dato momento non possiamo cambiare le cose.

Vero è che, come per tutto quel che a prima vista appare negativo, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio; e vero è pure che andare dietro l’onda, eventualmente mediatica, di quello che sembra la panacea di tutti i mali, o risolutivo, o affascinante, non può essere per nulla una positiva soluzione finale. Tant’è vero che, al contrario, l’unica cosa che serve per uscire dall’inganno è una coscienza personale basata sul vero Sé. E solo a quel punto si è sulla strada verso la propria salvaguardia.

E così, osservando bene quel che acquisivo, senza per nulla rigettare gli studi compiuti e la formazione ricevuta, ho ritenuto di dover integrare il mio bagaglio personale di conoscenze. E dunque pervenendo alla conclusione che i sacerdoti andini ti trasmettono il loro sapere in maniera silenziosa e talmente semplice che sembra inverosimile. E solitamente questo passaggio/trasmissione di informazioni arriva poi attraverso percorsi non soltanto non allettanti o divertenti, ma, anzi, spesso ardui e scomodi. Tanto è vero che in Perù ho sperimentato dei momenti nei quali ho vissuto le mie nuove esperienze come una vera espiazione, dove ho rivissuto tutto l’inferno di una vita e forse di più vite. Come se il tutto avvenisse in una sola notte alla fine della quale, all’alba del giorno a venire poter poi rinascere, ritrovando dentro di te, giorno dopo giorno, una nuova consapevolezza acquisita.

Dove alla fine comprendi che hai veramente tutto dentro di te, e dove, a quel punto, non ti resta che seguire il tuo cuore. E aprire dunque al tuo interno quei canali di ricezione, dove senti che ti arriva tutta l’informazione che ti serve, la persona giusta al momento giusto (quale che ne sia il ruolo o la funzione), e dove vieni guidata verso quel che effettivamente è il meglio per te. E soprattutto dove sperimenti quel senso di pienezza che ti fa comprendere che hai il potenziale per affrontare il tutto, e che basta attivarlo. Cosicché, a quel punto il messaggio ti arriva finalmente integro, chiaro e pulito, e senza nessun tipo di interferenza (ovvero, senza quel filtro che ti costringe a chiederti sistematicamente < è giusto? >; < Non è giusto? >; etc.).

E su questo tema ho focalizzato il mio nuovo modo di trasmissione di conoscenze,  e cioè partendo dal presupposto che: “ io so, che tu sai che Tu sei!”.

io so, che tu sai che Tu sei!:
In conclusione, la necessità dell’apertura dei canali di ricezione è stata per me una scoperta quotidiana, che peraltro ancora oggi continua ed integra i miei studi precedenti. Per questo ho avuto bisogno di un momento di pausa per poter lasciare andare tutto il superfluo, e così ripartire più leggera verso la nuova dimensione che ci attende. Analizzando ogni aspetto, e cercando di salvare il salvabile di quanto acquisito sino al mio viaggio in Perù. E così dando un nuovo valore agli insegnamenti indubbiamente validi che avevo acquisito e che altrimenti sarebbero andati persi per sempre.
Per tutto quanto sopra penso e ritengo, dunque, che il mio sia stato un bel notevole sforzo ed un proficuo lavoro, dato che, viene sostenuto, che nei prossimi mesi, mentre entreremo in nuovi spazi dimensionali, si consiglia di non far niente al di là di quello che ci indica il nostro cuore, che ci dà gioia, che ci entusiasma, e che ci appassiona. E così imparando sempre più, tanto come relazionarci con il mondo esterno, ben sapendo che il mondo intero è dentro di noi; quanto come mantenere sempre aperti e connessi i canali con la nostra sorgente. Ed io ho seguito alla lettera questo indirizzo.

L’intenzione e lo scopo di questo blog. Conclusioni:
Questo blog nasce dunque con l’idea e lo scopo di confrontarci; e così capire come poter vivere ed esistere in questa nuova dimensione. Perché più ci trasformiamo, più ci sentiremo isolati in questo pianeta, e più dovremo imparare a radicare il nostro Sé.  Perché i nostri sogni, che pure in potenza sono già qui, e dentro ognuno di noi, necessitano di noi e della nostra PRESENZA e del  nostro sforzo per potervi entrar dentro e vederci protagonisti di essi. Dico questo, perchè spesso, a forza di sognare, visualizzare e immaginare andiamo talmente fuori da questo mondo che ci dimentichiamo che è qui che i nostri sogni vanno concretizzati. Non tutti hanno ancora una loro fisicità nel senso che non si sono ancora definiti i; ma in quanto ancora a livello di coscienza, perché essi si realizzino, dovremo  far sì che essi vengano a noi e si  materializzino. In buona sostanza, insomma, dovremo iniziare a porre il nostro mondo interiore nel mondo esterno, ogni giorno, con l’autenticità e la genuinità delle nostre azioni.

E siccome questa impresa, nel contesto che spesso viviamo, è ancora indubbiamente complicata ed irta di ostacoli, l’intento di questo Blog è proprio quello di supportarci nell’intrapreso percorso.
Nel frattempo, continuiamo a lasciar andare, lasciar andare, e lasciar andare, perché, lo sappiamo già tutti, che senza pesi, qualsivoglia viaggio è meno faticoso e più gradevole.

Con tutto il cuore.  Daniela 

 


1 commento:

  1. Blog entusiasmante, culturalmente molto raffinato.

    Francesco

    RispondiElimina

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